Infilo la chiave nel portone ed entro nel freezer dei ricordi.
Guardo sulla sinistra la cassetta gialla della posta, e ci ritrovo tutta la corrispondenza che non ho mai assolto. Sommersa sotto centimetri di polvere, ci sei anche tu che te la ridi e te la spassi oltre il vetro sporco del tuo modo di vedere le cose.
Hai lasciato le pentole a screpolarsi in dispensa, tappi di sughero e bottiglie di vino a prendere d’aceto vicino ai fornelli. E sa di tappo tutto questo disordine, capodanno in ritardo e dolci secchi ad ammuffire in credenza.
Guardo sulla sinistra la cassetta gialla della posta, e ci ritrovo tutta la corrispondenza che non ho mai assolto. Sommersa sotto centimetri di polvere, ci sei anche tu che te la ridi e te la spassi oltre il vetro sporco del tuo modo di vedere le cose.
Hai lasciato le pentole a screpolarsi in dispensa, tappi di sughero e bottiglie di vino a prendere d’aceto vicino ai fornelli. E sa di tappo tutto questo disordine, capodanno in ritardo e dolci secchi ad ammuffire in credenza.
1 commento:
Possiamo scegliere di continuare a camminare in questo disordine che sa di vecchio o socchiudere la porta, lentamente senza sbattere. Tornando fra anni, sarà ancora tutto li, come lo abbiamo lasciato. Con un pò di polvere in più, e noi torneremo.
Finchè un giorno spalancheremo le finestre ed entrerà il sole. Accenderemo la radio del nostro presente e spazzeremo tutto via.
Ma non ora. Socchiudi quella porta e ritorna ai nostri anestetici pensieri. Le persone non vogliono ricordi, non vogliono ricordare il passato.
E chi lo sa fare è temuto più di una bugia.
Socchiudi la porta. Corriamo veloci con la tua moto, non importa dove. Prima o poi arriveremo e lo sapremo. Ho portato i colori, voglio disegnare l'alba sulla tua pelle.
Posta un commento