mercoledì 8 luglio 2009

Tenco

Palude nera in fondo ai tuoi occhi, malinconia latente che sfiora il bavero e lo lascia liscio, appena stirato, immune dall’umido dei giorni. Prossimità di un incontro e palese fuga dinanzi al ritorno: cecità. Tanto mi resta.
Che vita facevi, che vita sopportavi, e che pensieri moderni comprimevi in quell’angolo di sogno, non ha più importanza oramai. Non faccio più caso al peso delle domande morte.
Il peso delle domande rende l’uomo gobbo. E perdente.
Ero con mia madre quella notte, mi parlava di te. Dissertava sulla discrezione delle cose, su quella sensibilità educata che avevi nel sedurre, di quel modo imbarazzato che mostravi nell’approcciare il pianoforte. L’unica virtù che ho ereditato è stata quella nota di basso impigliata tra le maglie del pentagramma: la discrezione. Ingegnosa è stata la tua morte, la migliore. Non ci saranno più repliche allo spettacolo...
Il circo chiude per mancanza di applausi.

3 commenti:

La Signora G ha detto...

E lontano, lontano nel tempo, l'espressione di un volto per caso ti farà ricordare il mio volto, l'aria triste che tu amavi tanto

bellocks ha detto...

Grazie della visita, Signora G. Il tuo buon gusto mi onora.

Asha Sysley ha detto...

Ho il mio Sax. Nessuno l'ha mai sentito suonare, c'è anche chi abbia dubitato che sapessi farlo. Ma cosa importa. Il mio Blues è mio, lo suono per me quando accanto non ho nulla di così affilato che possa tagliare l'Anima.
E allargo le gambe, brandendolo come il più tenero degli amanti, colui che non sfuggirà mai ai tuoi abbracci e ai tuoi baci se non per tua incuranza o incapacità momentanea.
Il mio corpo si muove con lui all'unisono, gli occhi si chiudono, il cuore aumenta i battiti, le gambe sono tese, incordate nello sforzo.
Alla fine stacco la bocca da lui. Respiro a fondo nutrendomi del suo fluido vitale.
Il mio circo non ha mai avuto mani che hanno applaudito, perchè nessuno l'ha mai sentito suonare.
Il mio Blues, il mio Amante Perfetto. E' mio.