mercoledì 23 novembre 2011

babel

Perché lo sai che ho il cuore malato e le scartoffie in soffitta. 
Era tempo che non si faceva all’amore, tempo che non scrivevo, tempo che colava fiacco sui muri di una stanza. Noi non ci siamo mai arrivati, noi le luci dei grattacieli nemmeno per sogno. Fanno ancora male i tuoi occhi se mi guardano nel petto, sono schegge di vetro che non la smettono d’infettarmi. Vorrei dirti che è tardi e che prima o poi la smetteremo di fare l’amore come i gatti, la lavatrice per quel poco d’umore che resta, la lavatrice col programma C4 per l’ammorbidente. Poi un giorno sono tornato a casa e ho scalato adagio la soffitta, c’era polvere e carta straccia in ogni dove, il campo largo che si toccavano i tuoi seni. Ho messo le mani tra i ricordi e me le sono scottate, spazzato via la polvere e preparato un caffè.

Me ne torno in dispensa mentre là fuori una sentinella abbaia.
Dal terzo piano, una lacrima decolla. 

1 commento:

Asha Sysley ha detto...

Era tanto che non si faceva l'Amore. Iniziavo quasi a non sentirne più l'Istinto. Mi abbandonavo alla routine del giorno, accantonando l'idea che potesse esserci qualcosa che spazzasse la testa dai pensieri, dai problemi, dai dubbi. Mi rannicchiavo nel letto in attesa di Sogni migliori, guardando fuori dalle mie persiane verdi, dove filtra ancora la luce nel cuore della notte. Come tutte le sere attesi le sue mani sulla schiena. Dopo poco, come sempre, sarebbero diventate peso su di me, per via del sonno conseguente. Invece mi accarezzarono. Mi riscoprii fredda e distante, impaurita forse da qualcosa che a malapena ricordavo, che desiderai per un anno tutti i giorni, quasi fosse il mio cibo proibito. Durò un istante, un solo lampo nella notte. Mi addormentai poi. Di un sonno senza sogni. In una notte senza luce. Fra i miei respiri compiti e il suo calore. Alla mattina riaprii gli occhi. Non c'era come sempre, fuggito nell'ombra, come sempre. Il letto era gelido, le mie spalle nude. Strinsi le braccia nei perimetri del cuore e mi chiesi nuovamente ... perchè ...