mercoledì 19 maggio 2010

la festa sta per cominciare

Avanti e indietro per cercare di impegnare i pensieri in qualche reazione chimica che mi porti il cervello il più possibile lontano. Qui da me il mondo non somiglia affatto a mio nipote che a quattro anni si attacca ancora al collo e fa l'altalena quando è il momento dei congedi. Qui da me il mondo arriva tutto di botto e la mattina ti uccide col suo alito pesante. Gli dico che torno presto, un attimo solo per riempire la ciotola dei gatti e poi via, tutta una tirata fino a Perugia Villaggio di Santa Livia civico 101. 240 chilometri di una strada che imparo a conoscere di fretta. Lui fa spallucce, inarca il labbrino e si mette a frignare Ben10. Tanto lo sa che poi torno, uno zio come il mio è meglio di tutti i Ben10 della notte, lui pensa.

E poi via da solo, lungo la Roma – Civitavecchia statale91. Non c'è nemmeno un angolo di luce a cui affidare la distrazione dei miei occhi grigi, il cielo è una massa opaca e i suoi contorni sono chilometri che sfilano oltre l'alone dello specchietto retrovisore. La camera del posto guida ha i colori pallidi della pellicola viola, sta per entrare l'estate e io non vedo che fango ai bordi della carreggiata. All'orizzonte colori neutri, lo smalto azzurro della scocca è da poco passato in ruggine. Sono le 19.45 e ho guadagnato il cavalcavia che dalla statale per Cesena s'innesta sulla E45. Mi accendo una sigaretta e faccio finta di niente. Piove da un mese, la dinamica dei tergicristalli mi annoia, sorpasso un autotreno targato Brescia.

Dentro la mia stanza suona leave the bourbon on the shelf, nella mia stanza c'è acqua salata che cola verticale. E allora ci provo a leccare il tutto, ma mi rendo conto che solo l'uomo ragno può arrampicarsi sui palazzi e scalare le montagne. E allora penso a mio nipote che a quattro anni non c'ha paura di sfidare la strega secca, lui che ad ogni botta di vita la sconfiggerà sempre e comunque. Lui che c'ha lo zio più forte del mondo, pensa.

Tra poco sarà il mio compleanno e non ho ancora deciso chi invitare alla festa. Come ogni anno ci saranno i clown con il naso giallo e le flappers con i reggicalze e tutto il resto. Ci pensavo oggi mentre fissavo le tette della cassiera che se le era scollate apposta.
- Cosa fai, guardi? - chiede la quarantenne in evidente crisi coniugale.
- Si, mi piacciono le tue tette.
S'impaccia con le buste, il resto non le torna.
- Fatti una sega.
- Sicuro.
E questo è quanto. Venite a casa mia, la festa sta per cominciare.

1 commento:

Asha Sysley ha detto...

Si, vengo alla tua festa. Aspetto solo l'ora che mi indicherai per bussarti alla porta e accendermi una sigaretta. Vedere tutte le persone parlare fra di loro e io stare in disparte a guardarle divertita. Notare le loro mosse, così disarmoniche con i tuoi pensieri. Immaginare infine colare acqua dalle pareti e sommergere tutto, far tacere anche questa musica che grida sotto ...

"lascia il bourbon sullo scaffale.
e me lo berrò da solo.
e ti amo senza fine,
cara non vedi
che io non sono soddisfatto "

Per ritrovarci infine in una bolla silenziosa e solo noi saper nuotare per uscirne, con l'intolleranza di non voler salvar nessuno dal suo destino.